Una dei primi obiettivi della nostra vita è camminare, alzarci su due gambe e iniziare a mettere un piede davanti all’altro. Eppure la vita quotidiana cittadina ci rende la cosa molto difficile. Tutto è costruito, fatto pensato per farci fare meno fatica. Che sia proprio il far fatica il trucco per vivere meglio?
Perchè cammino
Perchè mi piace. Una risposta netta, semplice, diretta senza fronzoli. Mi piace camminare, mi piace muovermi lentamente in boschi, città, spiagge, montagne, e colline, non è importante dove. Quando cammino mi sento meglio, vedo le cose differenti, più lente, più vicine. I miei sensi sono più rilassati e riesco a percepire meglio colori, odori, temperatura, vento e tutto ciò di cui è composto il nostro mondo. Mi piace camminare per più giorni. Non ho mai fatto settimane o mesi in cammino, ma solo qualche notte fuori. Mi piace dormire all’aria aperta, mi piace farmi da mangiare in mezzo al bosco e sedermi per ascoltare e annusare. Il bosco è il mio luogo preferito. Ne ho parlato in questo articolo dove mi è piaciuto passare qualche giorno in mezzo alla foresta russa in inverno completamente disconnesso.
Camminare è la mia condizione ideale. Se raggiungo un luogo in meno di mezz’ora di strada a piedi difficilmente prendo l’auto, preferisco una passeggiata. Diciamo che con gli anni è calato sempre di più il mio piacere di guidare ed è incrementata la voglia di camminare e di utilizzare i mezzi pubblici. Il mio viaggio ideale è alternare cammino e treno con lo zaino in spalla. Ogni veicolo, ogni oggetto che aggiungo al mio bagaglio è un peso. Il cammino mi obbliga a portarmi solo il necessario. Ecco, magari la bottiglia di vino o una birra non è nello ‘strettamente’ necessario, ma quanto è bello a fine giornata godersi un buon bicchiere. Il viaggio per me è soprattuto piacere, non è il raggiungere una meta, ma è il viaggio stesso.
Come organizzo le mie camminate
Io ho tre zaini che alterno in base al cammino da fare. Il primo zaino piccolo per i cammini in giornata, deve contenere il cibo per poche ore, un pasto o due con qualche sfizio. Mi piace portarmi la moka in modo da potermi fare il caffè un po’ ovunque. Il mio obiettivo primario è il piacere, probabilmente moka e fornelletto non è nelle attrezzature che vi diranno di portare come priorità, ma io cerco sempre di averli con me. Lo zaino si ingrandisce fino ad arrivare a quello grande da 70l da trekking per viaggi di parecchie settimane. Diciamo che lo uso un po’ come valigia. Il problema degli zaini grandi è che ci puoi mettere molte cose e poi pesa. Portare 15 kg sulle spalle per ore fanno la differenza.
Come abbigliamento scelgo vestiti abbinabili e tecnici ove possibile. Una maglietta, con eventualmente un cambio. Se il tempo previsto è brutto mi porto anche un cambio di intimo e calze. Una felpa o pile e una giacca esterna anti-pioggia/vento. Normalmente questo è il mio abbigliamento, tutto il resto è superfluo, a parte la moka.
Uso una piccola macchina fotografica compatta per i miei viaggi. Se non devo lavorare, evito la reflex, troppo pesante. Cerco sempre di portare meno tecnologia possibile, in base sempre alla lunghezza del camino. Ogni apparecchio significa, batterie, cavi, memorie e peso ulteriore. Per i viaggi che ho fatto in Russia in foresta mi era comodo scaricarmi sul telefono le mappe offline perchè non esiste connessione, punti di riferimento o sentieri tracciati. E’ molto facile perdersi in una foresta completamente piatta per centinaia di kilometri. Una mappa e un telefono con batteria è sufficiente per me per godermi la passeggiata nel bosco.
Dove vado a camminare
Il mio luogo ideale è il bosco, la montagna. Quando posso cerco sempre di entrare, camminare, passare del tempo circondato dalle piante. L’immagine che mi ha affascinato di più è stata all’inizio dell’estate in Russia, in un bosco di betulle. La betulla penso sia la mia pianta preferita, la luce filtra tra le foglie, non viene fermata. Il sottobosco è verde brillante, luminoso e normalmente pieno di fragole o mirtilli, cosa che rende la passeggiata ancora più piacevole. Camminare in un bosco di betulle mi rende sereno, felice e rilassato. Non so spiegarvi chimicamente cosa avviene nel mio corpo e forse non mi interessa troppo trovare una risposta tecnica alla mia sensazione. Me la godo.
Camminare in città è un’alternativa che gradisco. Ultimamente è diventato di moda il termine urban hiking. Una parola altisonante per descrivere passeggiata in città. Durante il periodo di pandemia, non potendo prendere mezzi di trasporto a Mosca, ho girato la città a piedi. Prima seguendo il percorso della tangenziale, l’MKAD, una sorta di grande, grandissimo raccordo anulare di 180km. Trovate la descrizione delle tappe sul canale YouTube o sulle pagine del magazine L’Ordinario.
Quali sono le scarpe adatte?
Le scarpe sono l’elemento fondamentale. Certo, rimanere asciutti, caldi e puliti sono elementi fondamentali. Ma come priorità massima io metterei le calzature. Per camminare in città, su strade principalmente asfaltate io uso delle normali scarpe da ginnastica che posso alternare con scarponcini un po’ più resistenti all’acqua se il tempo non è soleggiato. Le parole chiave sono leggerezza e ammortizzazione. L’impatto per ore dei piedi su un terreno duro può creare infiammazioni sia ai piedi che alle articolazioni. Meglio quindi una scarpa che assorba la forza che impieghiamo per muoverci.
Diversamente, la mia scelta della calzatura per percorsi in natura si rivolge a scarponcini da trekking. Io ne ho un paio per il periodo estivo e uno per il periodo invernale. Prediligo calzature alte, con una bella suola che mi permetta di far presa su diverse tipologie di terreno. Una valida opzione per i momenti di relax è portarsi sandali o infradito, giusto per far riposare il piede. Oppure godetevi il bosco, l’erba la spiagga a piedi nudi quando non siete in cammino. Mi piace moltissimo sentire il contatto diretto con la natura, che siano foglie, fango, sabbia o muschi.
Hiking, trekking, urban hiking o nordic walking, un po’ di chiarezza
Potete chiamarlo in mille modi differenti. Ho la sensazioni che questi nomi siano stati dati quasi solo per una finalità di marketing. Certo può essere più o meno difficile, più o meno lungo. Stiamo comunque parlando di cammino. Può essere una gita, un’escursione, una passeggiata, ma stiamo camminando. Mettiamo un piede davanti all’altro e cerchiamo di farlo in modo sicuro e confortevole senza però esagerare. Per camminare non serve attrezzatura costosa, bastoncini da nordic walking o soft shell hard shell o tutte quelle attrezzature sicuramente utili e vantaggiose, ma sono un di più. Per camminare servono scarpe, ma non sempre. C’è tutto un movimento di persone che non usa le calzature anche per andare in ufficio o in metro. Immaginatevi a Milano senza scarpe. Si chiama ginopodismo. Sono consapevole che in molti paesi non è una scelta, ma noi possiamo scegliere di avere di meno. Il concetto di cammino secondo me è proprio lì. Ridurre ai minimi termini, meno, molto meno.
Per camminare serve voglia e volontà, tutto quello che aggiungi è utile ma non necessario. Se vuoi portarti un peso con te perchè ti rende più tranquillo fai bene. Porta tutto ciò che ritieni opportuno e pian piano rimuoverai un oggetto alla volta. Ti accorgerai di ciò che non usi mai. Ogni volta che elimini qualcosa ti sentirai più leggero, in contatto con gli altri. Essere leggeri e non portarsi troppi pesi mi aiuta ad incontrare il luogo in cui sto camminando. E ora aprite la porta di casa e andate a far la spesa a piedi se vivete in città. Sarà un tempo diverso, per voi e non sprecato nel traffico.
Buona passeggiata.