La storia che vi racconto non è reale, diciamo che può essere verosimile. Si svolge in un paese, come tanti, distrutto e abbandonato dopo il terremoto dell’Irpinia del 1980. Preferisco raccontare alle storie dei singoli, delle persone invece che i massimi sistemi. Ecco quindi come potrebbero essere state le ultime ore di una normale domenica in un paese arroccato su di uno sperone di tufo in provincia di Benevento.
L’inverno ormai sta bussando alla porta. Oggi è una di quelle domeniche fredde, umide e piovose. Si può solo stare a casa a vedere la TV dopo il pranzo con la famiglia. E’ parecchi giorni che piove, sembra che l’inverno quest’anno sia arrivato prima. Claudio è il titolare della rivendita di pane del paese che, dopo il terremoto di vent’anni prima, non è più quello di una volta. Le persone si sono spostate nella frazione di Friuni, qui sopra non si sentono più sicure. Queste rocce di tufo che proteggono le nostre case da secoli ora si rivelano un impedimento, un pericolo. Claudio tutti i giorni porta il pane ai pochi abitanti che resistono allo spopolamento. Qui ormai c’è poco da fare, non c’è lavoro e i giovani se ne vanno altrove.
Per Claudio oggi è una giornata particolare, la figlia Cosima compie 14 anni. E’ il momento di festeggiare. Tutto è pronto per il pranzo. La nonna Cosima ha preparato la pasta fatta in casa e, con uno strappo alla regola, i peperoni imbottiti che piacciono tanto alla nipote. Normalmente è un piatto dedicato alla festa dei SS. Cosma e Damiano che si celebra a fine settembre. Una nonna però non riesce a dire di no alla nipote e quindi nella famiglia di Claudio si mangiano anche a fine novembre. La preparazione dei peperoni imbottiti richiede pratica e pazienza. Si deve seguire la ricetta originale e, come tutte le cose buone, richiede tempo.
La mattina c’è la messa nella chiesa del borgo. Tutti si ritrovano in piazza e al bar per le chiacchiere di rito. C’è Luigi, il parrucchiere, che non parla altro delle ultime mode arrivate da Parigi. Lui non è mai uscito dai confini della valle, ma riceve tutte le settimane i più famosi giornali che raccontano le grandi casa di moda e le ultime tendenze. Il fratello, Carmine, è completamente l’opposto. La luna e il sole, il bianco e il nero. Lui si occupa dei campi di famiglia, non è minimamente interessato alla moda. La stagione agricola si è conclusa, le olive sono state raccolte e l’uva ha iniziato a fermentare per la produzione dell’Aglianico che poi venderà al mercato durante tutto l’anno. Carmine sta cercando di innovare. Ha piantato una varietà di Merlot che promette bene, si scoprirà nei prossimi anni che vino riuscirà a fare. I primi test con gli amici sono andati bene, ma si sa, non sempre la bottiglia è la cosa più importante della serata. Luigi e Carmine sembrano agli opposti. In realtà entrambi hanno una gran passione per il loro lavoro. Provano, sperimentano, cambiano, si arrabbiano e ricominciano. Tutto questo fermento anima la domenica mattina del circolo prima e dopo la messa.
Il circolo è il luogo di scambio, incontro, discussioni. Nel paese, a differenza della città, è solamente uno. Ci sono quelli della Democrazia Cristiana che vengono sempre a far proseliti, a farsi vedere e far vedere ciò che probabilmente pensano di fare. Ci sono i Comunisti che vorrebbero intitolare a Lenin la piazza principale. I Socialisti sono i più focosi, con l’Avanti sotto braccio hanno Craxi come loro leader supremo. Poi ci sono quelli che cambiano idea in base al vento e che non gli interessa molto la politica, la cosa che gli preme di più è che la politica non si interessi troppo a loro. Tutti si ritrovano nella stessa piazza, nello stesso luogo, non ce ne sono altri.
Claudio oggi ha altri pensieri per la testa. Non si ferma a giocare a carte o discutere di qualche nuova legge di Roma che non influenzerà minimamente la vita a Tocco Caudio. Claudio deve organizzare la giornata più importante per la vita di Cosima. Si è informato sul regalo preferito e sta aspettando che il suo amico gli porti l’ultimo 45 giri da Benevento. Gli ha dato informazioni specifiche e spera che arrivi il regalo giusto, non si può sbagliare. Cosima ha la passione per la musica, alla radio ascolta sempre quei gruppi inglesi di cui Claudio non conosce nemmeno il nome e non li sa pronunciare. Ai suoi tempi c’era solo un momento in cui si potevano ascoltare i dischi, alle feste. Oggi con quei supporti portatili i giovani non capiscono più nulla. Al telegiornale fanno vedere queste cuffie che si portano sulla testa e che creano zombie che camminano per strada. Non capiscono più quello che gli succede intorno con quella roba nelle orecchie. L’amico arriva e tiene sottobraccio il 45 giri corretto: Video killed the radio star. Claudio l’eroe di Cosima ancora per qualche tempo.
A casa è tutto pronto, per la strada si sente l’odore dei peperoni imbottiti uniti alle voci dei vicini scandalizzati. Non si manca di rispetto ai santi patroni, questi giovani non hanno più rispetto per le tradizioni. La casa si trova sulla destra della via scendendo dalla chiesa. Sono poche le abitazioni sul costone di tufo. Una lunga via di quasi un chilometro con due file di case, poi la parete a strapiombo sulla valle. La metà delle case sono ormai abbandonate. Qui una volta giocavano i bambini, ora solo il vento che scende dal Taburno spazza questi vicoli rocciosi. Il tufo è ovunque, il lastricato, le pareti, le decorazioni e la roccia sulla quale tutti vivono.
Claudio entra in casa, Cosima è lì che lo attende, sapeva. Vede il disco e non starà più con loro per il resto della giornata. Ora tutta la famiglia conosce perfettamente la canzone che Cosima desiderava tanto. Gli altri tre fratelli sono un po’ gelosi, ma arriverà anche per loro il turno dei regali, oggi è il giorno della sorella maggiore.
Alle 15 tutto è pronto per il pranzo domenicale. La tavola è imbandita. Mamma Carmela è indaffarata ai fornelli fin dalla mattina presto. Solo la pausa della messa l’ha distolta per un po’ dal suo lavoro. Oggi sono tutti invitati, cugini, zii, nonni e amici partecipano alla festa. I pranzi, quelli delle feste, quelli della domenica non si sa mai come finiscono. Si parla, si litiga, si ride, si mangia, si beve e si gioca a carte in attesa del dolce e del caffè. Oggi tutto avviene con in sottofondo una sola canzone, i Buggles fanno parte della famiglia. Claudio teme che lo saranno per molto tempo.
Tutto nella casa ha l’aria di essere stato vissuto. La tavola non è più ordinata come qualche ora prima. Le bottiglie giacciono vuote sul pavimento. In cucina c’è una pila di piatti e stoviglie da lavare che saranno gestite dalle donne di casa. Da oggi anche Cosima ne farà parte e probabilmente dalla prossima volta non dovrà più sedersi al tavolo dei bambini, forse. Gli uomini giocano a carte, parlano e discutono di cose che servono solo a passare il tempo. Le donne in cucina riordinano e discutono nello stesso modo. I bambini corrono tra dentro e fuori casa sporcandosi tra le vie bagnate dopo la giornata di pioggia. Sono ormai le 19.30 della sera, sul gas sta fischiando l’ennesima moka che allieterà la serata. I confini del pranzo e della cena non sono ben definiti. Musica, urla, chiacchiere, caffè, fuoco, vino e carte. Questa è l’atmosfera rilassante che si vive in casa di Claudio e Carmela la domenica del 23 novembre del 1980.
Un rombo sotterraneo, incessante, fragoroso scuote la terra, i muri, i tetti. Poi il silenzio. Un’altra storia avrà inizio.