Festa del vino e Palio delle Botti di Maddaloni a Caserta

Una sagra, una festa popolare un evento che raccoglie tutto il paese nel Borgo dell’Oliveto del paese di Maddaloni in provincia di Caserta. Come spesso accade si parte da una celebrazione religiosa: La Festa di Sant’Antonio Abate. In questi eventi però c’è molto di più: convivialità, accoglienza, arte e umanità.

Sagre, patroni, celebrazioni, rievocazioni storiche… L’Italia è piena di eventi che celebrano la vita delle persone di un certo luogo. Stagioni agricole, santi, celebrazioni religiose, cibo, musica, teatro… sono innumerevoli le scuse per far festa. Alcune sono chiaramente fatte per il turismo, altre hanno mantenuto invece il loro spirito originario: rafforzare la comunità di un luogo. Vi racconto la Festa del Vino di Maddaloni, in provincia di Caserta.

Da buon precisino sono arrivato poco prima delle 14, orario indicato sulle comunicazioni ufficiali. Mi sembrava molto strano un inizio in ora di pranzo, soprattutto la domenica. Infatti prima delle 16 non è iniziato nulla. Si impara ogni giorno qualcosa di nuovo.

Il palio delle botti per le strade di Maddaloni

Le squadre sono composte da due atleti. Vince chi percorre il percorso nel minor tempo possibile fa rotolare la botte sui vicoli lastricati del centro. Più che una gara lo si fa per puro divertimento. Le squadre giocano tra di loro, si aiutano, si prendono in giro, si ostacolano e si mischiano. La regola unica è far rotolare la botte, poi divertitevi che le bottiglie di vino come premio finale ci sono per tutti! Si sale per la strada dove gli abitanti hanno posto i quadri di casa come decorazione. Molte le sedie e le balle di fieno che serviranno durante la giornata quando cibo e vino la faranno da padroni. Un grazie allo sponsor dell’evento: L’azienda Agricola Caputo che ha offerto vino a tutti, ne siamo rimasti piacevolmente colpiti, vini di alta qualità che hanno piacevolmente accompagnato la nostra domenica.

Musica, teatro e balli

Una sagra che si rispetti mette in luce le tradizioni e la cultura del luogo. Artisti tradizionali, musiche e vestiti dal medioevo hanno aperto la giornata con la classica parata a suon di tamburo. Ma è la sera dove le persone scendono tra i vicoli e occupano e palchi e gli anfratti del paese. Ballerini, coreografi, teatranti, musicisti. Alcuni su palchi ufficiali, altri da balconi, altri ancora semplicemente si confondevano tra le persone per strada. Una Dj dal terrazzo di casa, un gruppo di ballerini con nacchere tra i cortili aperti, l’immancabile pulcinella (Pasquale) e Totò per divertire e scherzare con tutti. La scuola di danza locale ha dei ballerini professionisti a livello internazionale. Veder queste persone esprimersi trasmette forza, talento, tenacia, sensualità, professionalità. E’ un piacere per gli occhi, le orecchie ed il cuore.

Il cibo, il collante ideale per tutti i tasselli

Sagra è cibo. Soprattutto per noi italiani il cibo è cultura. Uno strumento necessario per conoscere, conoscersi e condividere i momenti più importanti. Abbiamo assaggiato per la prima volta i carciofi arrosto, i ceci fritti, il babà rustico: una torta salata con salsiccia che non ha nulla a che vedere con il suo cugino dolce. Fritture di pesce, pasta e fagioli, caciocavallo fuso direttamente sul pane… tutte cose molto semplici che fanno parte della tradizione popolare, ma che squisite! I cortili dei palazzi privati erano aperti. Griglie, fritture, carboni, dolci e vini erano disponibili lungo tutto il percorso in un misto di fumo, musica e danza che hanno aiutato a riscaldare una serata caratterizzata da un vento gelido proveniente dai monti.

Cosa c’è di meglio della semplicità

Abbiamo vissuto la normalità. Abbiamo partecipato ad una convivialità di un paese che non organizza per i turisti. Non lavora per altri. Non costruisce solo per avere un ritorno economico. L’obiettivo di questi eventi è divertirsi e far divertire. Una comunità che non ha come ultimo fine per tutte le sue attività un tornaconto economico. Quanto è bello quando lo scopo di una festa è festeggiare! Abbiamo parlato con alcune persone per strada e l’accoglienza è stata la parte fondamentale di questo evento. Felici, stupiti e incuriositi che due stranierei come noi siano interessati alle tradizioni locali. Naturalmente abbiamo assaggiato tutto, o quasi. La pasta e fagioli l’ho dovuta saltare, è il mio maggior rimpianto, ma avrò tempo di rifarmi.

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