Il concetto di casa è una cosa molto difficile per me da definire. La casa è un luogo, un concetto, una sensazione… cosa voglio come casa? Io e Maria siamo in viaggio da molto tempo e ne avremo ancora per un po’. Abbiamo fatto la transiberiana alla ricerca dei cibi locali – leggi qui – e ora siamo nomadi per l’Italia in cerca di un luogo dove vivere, il luogo che chiameremo casa. Cercherò di capire insieme a voi il significato di questa brevissima parola di quattro lettere che nasconde un mondo, come un piccolo mandala che più vai nel dettaglio e più scopri meraviglie.
Home oppure house, che differenza c’è?
In inglese ci sono due parole per definire quello che in italiano chiamiamo semplicemente casa. La prima (house) è riferita all’oggetto, la costruzione, l’abitazione fatta di pavimenti muri e solai con un tetto a protezione dell’intero edificio. La seconda invece (home) è riferita al concetto di casa: il focolare domestico, un riparo sicuro, un luogo dove riposarsi e poter ritornare sapendo di aver un luogo sereno e tranquillo per passare il proprio tempo. In italiano non abbiamo questa differenza, la parola casa viene usata per entrambi i significati. Ora però vorrei concentrarmi sul secondo, sul concetto di casa. Mi interessano poco tutti gli aspetti tecnici o architettonici, preferisco soffermarmi sui concetti di benessere e relax. Cosa voglio per casa, cosa cerco in un luogo dove potermi riparare e rilassare? La casa è solo ciò che sta dentro le mura, quello che si nasconde una volta chiusa la porta, oppure è un luogo allargato? Interconnesso con il mondo esterno. Ogni casa è un ‘organismo’ a sé stante oppure tutte le case sono in dialogo tra di loro così da creare un ambiente specifico per tutta l’area? Ho analizzato vari aspetti del concetto di casa e vorrei condividerli con voi.
Casa come luogo di sopravvivenza.
Iniziamo dagli albori. Quando l’uomo ha dovuto cercarsi o costruirsi i primi ripari, essi consistevano in poco più che giacigli per la notte. I primi esempi di case sono probabilmente grotte o piccole capanne per il riparo notturno e dalle intemperie. Da subito vedo una grande differenza tra l’essere stanziale e l’essere nomade. Chi ha scelto, per volontà o necessità, di essere stanziale ha potuto costruire qualcosa di più solido – fisicamente parlando – ha potuto migliorare la protezione, il luogo circostante oppure i materiali di costruzione. Coloro invece che dovevano continuamente muoversi hanno sviluppato tecniche di costruzione e di trasporto veloci, materiali resistenti che potevano essere cambiati, riparati o modificati velocemente. Luoghi che non dovevano resistere per anni, ma solo per una stagione o comunque il tempo necessario al loro utilizzo. Ecco questi due luoghi sono molto doversi in termini costruttivi (house), ma ritengo che siano molto simili concettualmente (home). Che si stia parlando di un edificio in pietre, o di una yurta costruita con pelli animali e tappeti, la sensazione al suo interno è probabilmente simile. Un luogo dove ci si riposa, ci si rilassa, e non si pensa a ciò che c’è là fuori. Da un luogo puramente adibito alla protezione fisica si è trasformato, passo dopo passo, ad un luogo adibito alla protezione mentale. Un posto dove ci si sente a proprio agio e ci si rilassa. Quando è bello guardare un temporale da dentro casa! Anche una tenda può darmi questa sensazione, non servono muri spessi.
Le case non vissute.
Esistono case che non esistono. Mi spiego meglio. Sono quelle abitazioni che fisicamente ci sono. Qualcuno le ha costruite, comprate, arredate, le mantiene pulite e magari sono perfette in qualsiasi dettaglio. Può essere una casa con decine di stanze, oppure il monolocale di un palazzone qualsiasi. Sono le case vuote, le case che non hanno un anima, le case che i propri inquilini considerano solo come abitazione. Manca quindi il concetto di casa, un luogo di riposo e relax. In queste costruzioni c’è tutto ciò che serve, ma manca qualcosa. Nel mio viaggiare ho visto questa tipologia di abitazioni un po’ ovunque. Non c’è differenza tra ricchi e poveri, grandi o piccole, sfarzose o spartane. Una casa non vissuta è una casa vuota indipendentemente da quanto sia stata riempita di cose. Mi è capitato di vedere case piene di ricordi, piene di oggetti provenienti da viaggi o da mercatini in giro per il mondo, ma completamente vuote. Non c’è anima, non c’è energia, non c’è vita. Questa è una casa che non voglio costruire, è una casa che non mi darà riposo e relax, ma sarà una casa che pretende. Pretende di essere pulita, restaurata, pagata, dipinta e mantenuta per poi un giorno lasciarmi senza nemmeno una spiegazione, senza nemmeno un messaggio su whatsapp, sparirà dall’oggi al domani. Con questo non voglio dire che le case devono avere un qualcosa di esoterico o mistico, siamo noi che dobbiamo metterci dentro quel qualcosa in più che non sia solo la parte fisica. Se però non l’abbiamo o non sappiamo come fare, la casa rimane vuota nonostante gli oggetti che le abbiamo comprato. Ho una regola, un modo, una tecnica per fare questo? No. Penso però che i viaggi, gli incontri, le esperienze, ci riempiano l’anima, ci colorino di energia che poi volontariamente o no, trasferiamo alle persone e alle cose che ci stanno vicino. Solo così ci può essere uno scambio. Se io sono vuoto posso solo prendere, un po’ come i vasi comunicanti: svuoto qualcun altro per riempire me stesso. Non sapendo però di avere un buco e quindi cercherò un’altra persona da svuotare. Se invece c’è uno scambio reciproco ci si arricchisce entrambi senza cambiare la propria forma. La conoscenza ci arricchisce senza svuotare la sorgente.
Le case a misura di persona.
Queste sono decisamente le mie preferite, non quelle enormi dimore dove poi mi sento perso e confuso. Mi piacciono le case dove c’è tutto il necessario, non i cubilocali o micro-appartamenti tanto di moda nelle megalopoli, ma una casa dove ho i miei spazi per la vita comune e la vita privata. Una casa dove posso ospitare amici e dove posso avere il mio angolo di privacy. Su questo io e Maria siamo abbastanza in linea. Abbiamo stilato un elenco di cose che vogliamo e che non vogliamo per casa nostra. Ve ne parlerò più avanti. Mettere tutte insieme queste esigenze creerebbe la nostra casa perfetta, esiste? Beh siamo ancora in giro per cercarla. Come scritto prima poi è importante per me tenere in considerazione che la scelta della parte fisica è solo l’inizio della costruzione del concetto di casa, poi la dobbiamo riempire di noi stessi. Un famoso imprenditore italiano diceva che la sua banca era costruita intorno a te. Tralasciando il marketing e non voglio entrare nel suo mondo. E’ però un concetto che mi piace molto, la nostra casa deve essere costruita intorno a noi. Deve essere un luogo dove ci sentiamo bene, dove possiamo rilassarci insieme oppure avere i nostri momenti di solitudine. Quanto sono importanti i momenti di solitudine! Anche questo lo metto nella lista dei prossimi argomenti.
Come procede la nostra ricerca di casa?
Male, anzi no, bene, anzi no, non si sa. La risposta è semplice: la stiamo ancora cercando. Siamo in giro per l’italia in tenda per capire, annusare, osservare le varie regioni e le varie città. Ogni paese ha una sua anima, e quando lo visitiamo ci facciamo una domanda: noi ci sentiamo a nostro agio in questo ambiente? Certamente non lo potremmo mai capire nelle poche ore che dedichiamo alla visita di un luogo, ma un minimo di sensazione cerchiamo di percepirla. Abbiamo preso delle tranvate colossali, sia chiaro. Città che sulla carta sembravano delle gemme che poi si sono rilevate assolutamente incompatibili con il nostro modo di essere, semplicemente non fanno a caso nostro. Quindi continuiamo la ricerca, si lavora, si viaggia, si assaggia, si conoscono persone e cercheremo alla fine di questo casa-tour di scegliere un posto in cui iniziare a costruire la nostra. Il nostro luogo sereno dove poterci rilassare, divertirci e spendere al meglio che desideriamo questa nostra vita.
Sono partito dagli albori della preistoria per arrivare al mio concetto di casa, questo articolo è stato un viaggio nel mio modo di vedere il luogo dove vivrò. In questo viaggio non sono solo. Cammino con Maria e insieme valuteremo il luogo dove fare un ulteriore passo nella nostra vita. Non sappiamo dove stiamo andando, almeno dal punto di vista fisico, ma sappiamo cosa stiamo cercando. Non era proprio questo il concetto di home di cui vi ho parlato all’inizio?